La scoperta è di un gruppo di ricercatori guidati da Pearce Paul Creasman, archeologo dell’American Center of Research, che nei mesi scorsi ha scoperto che sotto uno dei più celebri e riconoscibili monumenti dell’antica città di Petra, in Giordania, c’è una tomba perfettamente conservata che contiene almeno 12 scheletri umani ed elaborati corredi funerari. Si stima che abbiano almeno 2mila anni, e quindi risalgano al periodo di maggiore benessere e ricchezza della città.
La zona di Petra è abitata da migliaia di anni per via della sua posizione molto favorevole lungo varie rotte commerciali, a est della valle del Wadi Araba, che va dal Mar Morto al Golfo di Aqaba, nel Mar Rosso. Fondata inizialmente dagli Edomiti, divenne famosa come la capitale dei Nabatei, popolo arabo di guerrieri e commercianti nomadi che si spostavano spesso tra la Penisola araba e il Mediterraneo. Molti di loro si stabilirono a Petra rendendola abitabile grazie a un complesso sistema di condutture per l’acqua scavate nella roccia.
All’inizio del 2024 il gruppo di Creasman ha deciso di usare la tecnica del georadar, che utilizza impulsi radar per rilevare oggetti sotterranei, per sondare il terreno sotto il lato destro del Tesoro: le rilevazioni hanno mostrato che il terreno da quel lato somigliava moltissimo a quello del lato sinistro dove erano state trovate le camere funerarie. A quel punto il governo giordano ha deciso di concedere loro il permesso di scavare per confermare o smentire la presenza di ulteriori tombe.
Seguiti dalla troupe cinematografica di Expedition Unknown, gli archeologi hanno quindi trovato una prima tomba ad agosto: aprendola hanno scoperto che, al contrario di altre tombe studiate finora a Petra, non era mai stata saccheggiata, ma conteneva 12 resti scheletrici completi (anche se ricoperti di muffa per via della grande umidità e delle inondazioni stagionali della zona) e corredi funerari in bronzo, ferro e ceramica, tra cui uno scheletro che regge un calice di ceramica piuttosto elaborato.