Le stanze segrete di Tutankhamon


E’ quasi certo che ci siano due camere nascoste dietro i muri della tomba del giovane principe a Luxor: lo ha annunciato il ministro delle Antichita’ egiziane, illustrando i risultati preliminari di un’analisi sofisticata realizzata con il radar.
“Credo ci sia sepolto qualcuno di molto importante, ma non penso sia Nefertiti“, ha detto il ministro al Damati.
Contrariamente ad altre tombe di faraoni, che sono stati quasi interamente saccheggiati, quella di Tutankamon, scoperta nel novembre 1922 dall’archeologo britannico, Howard Carter, era intatta: conservava più di 5 mila oggetti, risalenti a 3.300 anni fa, molti dei quali in oro massiccio.

Le autorità egiziane hanno annunciato che l’ultima prospezione radar nella tomba di Tutankhamon, nella Valle dei Re, ha provato definitivamente che non ci sono stanze segrete o corridoi dietro le mura della camera funeraria del ‘faraone bambino’.
A dichiararlo è stato Mostafa Waziry, Segretario Generale del Supreme Council of Antiquities, domenica 6 maggio, durante la Quarta Conferenza Internazionale su Tutankhamon che si è tenuta presso il Grand Egyptian Museum (GEM) di Giza.

Quest’annuncio pone così fine a un’indagine iniziata tre anni fa, quando l’egittologo britannico Nicholas Reeves aveva ipotizzato che la tomba della celebre regina della XVIII dinastia Nefertiti potesse essere nascosta dietro le pareti della tomba di Tut, risalente a 3300 anni fa.
I primi due tentativi di individuare con il radar camere o passaggi nascosti erano stati inconcludenti, mentre la terza e ultima investigazione, condotta lo scorso febbraio con il supporto della National Geographic Society dalla missione italiana di Franco Porcelli del Politecnico di Torino, è considerata la più completa e attendibile.

La relazione scientifica consegnata dal prof. Porcelli a Waziry e al ministro egiziano delle Antichità Khaled el-Enany termina con questa frase: “Concludiamo, con un altissimo grado di sicurezza, che l’ipotesi relativa all’esistenza di camere nascoste adiacenti alla tomba di Tutankhamon non sia supportata dai dati del GPR”.

Il ground-penetrating radar (GPR), tecnica di telerilevamento comunemente usata per individuare petrolio, gas o altri minerali, è uno strumento sempre più adottato dagli archeologi perché permette loro di rilevare i vuoti creati dall’uomo nella terra, come tombe o passaggi, senza disturbare inutilmente le fragili strutture sovrastanti.
Nel 2015, lo specialista giapponese Hirokatsu Watanabe aveva condotto una prima scansione nella KV62 e, subito dopo, annunciato risultati sorprendenti: chiare evidenze di porte murate lungo le pareti nord e ovest della camera funeraria.
Tuttavia, un secondo studio, portato avanti nel 2016 da ingegneri della National Geographic, non aveva confermato le conclusioni di Watanabe.
Per questo motivo, seguendo un’accesa discussione scoppiata tre le opposte ‘fazioni’ durante la Conferenza GEM del 2016, il ministro El-Enany ha commissionato un’analisi definitiva che dirimesse ogni dubbio.