L’uomo venuto dal ghiaccio


Ritrovamento della Mummia: Giovedì, 19 settembre 1991 – ore 13.30
Alpi Venoste – Giogo di Tisa – 3210 m s.l.m. (Alto Adige, Italia)
La prova definitiva dell’effettiva e straordinaria antichità della mummia viene dalla datazione al Carbonio 14 : è vissuto oltre 5000 anni fa, nell’epoca in cui il rame viene introdotto in Europa come nuovo materiale di lavorazione trasforma radicalmente l’economia e la società.

 

Si può ipotizzare che Ötzi fosse un proprietario di greggi, un capo o una persona influente nel villaggio.
Ötzi è stato quasi raggiunto dai suoi aggressori e colpito con una freccia; pare che con le ultime forze abbia seminato i suoi inseguitori e raggiunto la conca rocciosa dove, però, è morto per le conseguenze dell’attacco.
L’usura elevata dei denti si deve alla masticazione di cereali che, macinati su frantoi di pietra, si mescolavano alla sabbia.
Anche la parte sinistra frontale della mascella superiore è molto consumata, infatti i denti erano usati regolarmente come ‘strumento’ per lavorare legno, ossa, pelle e tendini.

L’analisi del contenuto dello stomaco ha rivelato che prima di essere ucciso Ötzi aveva consumato cibo estremamente ricco di grassi e piccole dosi di una felce tossica.

L’analisi del contenuto dello stomaco ha fornito anche particolari indicazioni su come venivano preparati i cibi nell’età del Rame. La carne di stambecco nello stomaco di Ötzi era infatti ancora molto ben conservata. Dalle striature nella fibra della carne, i ricercatori sono stati in grado di riconoscere che si trattava di un muscolo, essiccato all’aria e leggermente riscaldato (forse affumicata), probabilmente per farlo conservare meglio.
Per quanto riguarda il contenuto vegetale nello stomaco, i ricercatori hanno individuato il farro monococco, non macinato, e tracce di felce aquilina. Il monococco è uno dei primi cereali a essere stato addomesticato dall’uomo ed è considerato un precursore del grano. Sulla presenza della felce aquilina, una pianta tossica, i ricercatori al momento si limitano a fare delle supposizioni: “Può essere che Ötzi soffrisse di dolori causati da alcuni parassiti individuati nel suo intestino in precedenti studi e che quindi abbia utilizzato la felce aquilina come medicamento. Ma potrebbe anche aver utilizzato le foglie di felce per incartare il cibo e quindi, qualche particella potrebbe essere inavvertitamente finita nel suo pasto”, spiega Albert Zink, direttore dell’Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research.

“L’ultimo pasto dell’Iceman conteneva un’elevata quantità di carboidrati, proteine e grassi, perfettamente bilanciati per le sfide poste dagli ambienti di alta montagna”