La forma di saluto “ciao” trae origine dal dialetto veneto, più precisamente da “s’ciavo”, locuzione che significa “sono vostro schiavo”.
Nel XV secolo divenne uso comune salutare qualcuno professandosi suo schiavo, così da mostrare umiltà e profondo rispetto; in Veneto il saluto venne contratto in “s’ciavo” o “s’ciao”, variante che col tempo si diffuse anche in Lombardia. Fu solo nel XIX secolo, tuttavia, che “ciao” divenne popolare in tutta Italia.
La prima testimonianza scritta della parola “ciao” risale a una lettera del 1818 di Francesco Benedetti, la quale cita: «Questi buoni Milanesi cominciano a dirmi: Ciau Benedettin».
La parola Ciao si è diffusa nel mondo a seguito delle migrazioni degli italiani, è una delle parole della lingua italiana più conosciute al mondo ed è entrata come saluto informale anche nel lessico tedesco, francese (tschao), ungherese (csáo), lo spagnolo (chao), portoghese (tchau), albanese (çao/qao), bosniaco (ćao), bulgaro, macedone, russo (чао / čao), ceco, lettone (čau), esperanto, slovacco, sloveno (ĉaŭ), estone (tšau), lituano (čiau), maltese (ċaw), rumeno (ciau), serbo, croato ( ћао, ćao ), turco (çav), vietnamita chào.