Oltre al “mondo presente”


Il British Museum, uno dei più grandi e importanti musei della storia del mondo, è stato fondato nel 1753 da Sir Hans Sloane, un medico e scienziato che ha collezionato un patrimonio letterario e artistico nel suo nucleo originario: la biblioteca di Montague House a Londra, in seguito acquistata dallo Stato britannico per ventimila sterline e aperta al pubblico il 15 gennaio 1759.

Nel 1797 Jonh Frere scrisse al Segretario della Society of Antiquares di Londra sottolineando l’esigenza di andare “oltre al mondo presente”.
Alle lezioni universitarie,  spesso seguite anche da un pubblico di uditori non universitari, appartenenti alla borghesia colta cittadina, si affianca il più tipico momento di formazione professionale dello storico: il SEMINARIO, ossia la riunione periodica del docente-ricercatore con un gruppo ristretto di allievi intenti ad esaminare fonti e testi storici, analizzandoli e commentandoli a turno nell’ambito di una discussione guidata, ma apparentemente fra pari.
È questa la pratica inaugurata da Ranke all’università di Berlino nel 1825 e ripresa pochi anni dopo da Heinrich von Sybel all’università di Monaco.
È questa, ancor oggi, la base di ogni seria didattica della storia.
Nel 1836 presso il Museo Nazionale Danese Christian Jurgensen Thomsen mette ordine nelle varie collezioni e classifica le epoche in: Pietra, Bronzo, Ferro.
Nella sua “Guida al Museo” tradotta in inglese nel 1848 introduce il sistema delle 3 Età, riprese poi da tutta la Comunità scientifica del tempo.
Nel 1847 Jacques Boucher (collezionista di selce) mette in discussione il Diluvio Universale.
Dopo la pubblicazione dell'”Origine della Specie” di Charles Darwin nel 1859, si consolida il termine Preistoria, che stabilisce l’antichità dell’uomo (Anche se il termine Preistoria viene coniato nel 1851 da Daniel Wilson).
Sono le pubblicazioni “Prehistoric Times” (1865) di Lubbock che diedero diffusione al termine Preistoria.

Nelle università si rafforza soprattutto il carattere tecnico e scientifico della disciplina che si formalizza anche grazie alla pubblicazione di numerosi manuali di metodo storico (il più noto dei quali sarà l’Istorica di Droysen). Il modello formativo (basato su storia, diritto, statistica ed economia) sperimentato a Göttingen diviene comune alle grandi università continentali.
Le università divengono di conseguenza il luogo privilegiato ed esclusivo di formazione, di accertamento e di esercizio della professionalità storica.