L’IMPERO BIZANTINO
Nel 285, l’imperatore Diocleziano (284-305) partizionò l’amministrazione dell’Impero romano in due metà, Orientale e Occidentale.
Tra il 324 e il 330, Costantino I (306–337) trasferì la capitale principale da Roma a Bisanzio, successivamente nota come Costantinopoli (“Città di Costantino“) e Nova Roma.
La prima fonte sulla “Nova Roma” in un documento ufficiale si trova nei canoni del primo concilio di Costantinopoli (381), dove è usata per giustificare la dichiarazione che la sede patriarcale di Costantinopoli era seconda soltanto a quella di Roma.
A Roma i Pretoriani (un corpo militare istituito da Augusto nel 27 a.C.) e la plebe romana elessero imperatore Massenzio. Lo scontro tra i due pretendenti al trono divenne inevitabile e si protrasse per anni fino a che il 28 ottobre del 312 Costantino sconfisse Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, presso Roma, rimanendo l’unico padrone dell’Occidente.
L’Impero Romano si trovava a essere governato da due augusti: Costantino (regnava sull’Occidente) e Licinio (regnava sull’Oriente).
Il 13 giugno del 313 Costantino, Augusto d’Occidente, e Licinio, Augusto d’Oriente, promulgarono l’Editto di Milano, che concedeva a tutti gli abitanti dell’Impero, e quindi anche ai cristiani, la libertà di professare liberamente la propria fede. Alle comunità cristiane vennero restituiti i luoghi di culto e i beni che erano stati in precedenza espropriati.
L’editto di Milano aprì un’epoca nuova nei rapporti tra potere imperiale e chiesa. Nel corso degli anni infatti molti cristiani entrarono a far parte dell’amministrazione imperiale e l’imperatore concesse numerosi privilegi alle loro comunità, come l’immunità fiscale per tutti i beni e per tutti i membri del clero.
In realtà, l’avvicinamento di Costantino al cristianesimo ebbe ragioni più che altro politiche. L’imperatore aveva compreso che la chiesa cristiana si stava avviando a diventare una grande forza sociale e organizzativa, che poteva utilmente contribuire al rafforzamento dello stato che lui stesso perseguiva.
Costantino e Licinio condivisero il potere per alcuni anni, ma Costantino perseguiva una politica di favore per i cristiani, mentre Licinio proteggeva i pagani. Questo acuì lo scontro tra i due, che infine scesero in guerra.
Il 18 settembre 324 Licinio fu sconfitto da Costantino nella battaglia di Crisopoli (Asia Minore).
Costantino era ora l’unico padrone dell’Impero Romano.
La tetrarchia cessava di esistere (il potere veniva spartito tra due imperatori chiamati augusti.
Ciascuno dei due era affiancato da un cesare destinato a succedergli).
L’atto di Costantino destinato ad avere conseguenze incalcolabili sul futuro dell’umanità fu la fondazione di una nuova capitale: Costantinopoli, edificata sul Bosforo nel 330. Da questa data, si fa iniziare la civiltà bizantina, destinata a sopravvivere a quella romana per mille anni.
La creazione di una nuova capitale era necessaria per fronteggiare il Regno dei Persiani e le invasioni che provenivano da Est, ma era nello stesso tempo la presa d’atto che la parte più importante dell’Impero era ormai l’Oriente.
Costantinopoli rimase per secoli un centro politico, religioso e culturale di straordinaria importanza, un faro di civiltà per il mondo.
Sotto Teodosio I (379–395), il cristianesimo divenne la religione di Stato dell’impero e le altre religioni romane politeiste vennero vietate.
Durante il regno di Giustiniano I (527-565) l’Impero raggiunse la sua massima estensione dopo aver riconquistato gran parte delle coste occidentali del Mediterraneo storicamente romane, tra cui il Nord Africa, l’Italia e Roma stessa, che mantenne per altri due secoli.
Giustiniano I si dedica alla riorganizzazione amministrativa dell’impero. Nel 528 ordina a una commissione di giuristi di realizzare una raccolta sistematica delle numerosissime leggi romane in vigore nell’Impero.
Fervente cristiano, Giustiniano I è convinto di aver ricevuto il suo incarico direttamente da Dio. Deciso a unificare l’impero anche sotto il profilo religioso, intraprende una campagna di repressione nei confronti di numerosi culti.
Giustiniano, insieme ai suoi generali Belisario e Narsete riconquistò l’Occidente:
– Cacciò i Vandali dalla Spagna
– Cacciò gli Ostrogoti dall’Italia
– Conquistò l’Egitto e la Libia
– Firma una Pace con i Persiani
Giustiniano creò grandiosi edifici:
– San Vitale a Ravenna, famosa per i mosaici
– Santa Sofia a Costantinopoli.
Con la sua attività edilizia, Giustiniano svuota progressivamente le casse statali, complici le guerre di conquista che impone. Nel 542, inoltre, egli deve fare i conti con una epidemia di peste catastrofica, che provoca la scomparsa di un quarto della popolazione di tutto l’Impero: lo stesso Giustiniano si ammala ma riesce a sopravvivere.
Giustiniano I muore la notte del 14 novembre 565, intorno ai 83 anni di età. Lascia nelle mani del nipote, Giustino II, un impero vasto e organizzato.
L’11 gennaio del 532, per volontà di Giustiniano I, all’ippodromo di Costantinopoli vengono trucidate circa 30 mila persone. Molti esponenti politici sospettati di tradimento vengono esiliati o giustiziati.
Durante il regno di Maurizio (582-602), la frontiera orientale dell’Impero venne ampliata e il nord stabilizzato.
Tuttavia, il suo assassinio provocò una guerra della durata di oltre vent’anni contro la Persia sasanide, che esaurì le risorse dell’Impero e contribuì a gravi perdite territoriali durante le conquiste musulmane del VII secolo. Nel giro di pochi anni l’Impero perse le sue province più ricche, l’Egitto e la Siria, passate agli arabi.
L’impero bizantino raggiunse il suo apice sotto la dinastia dei Macedoni, imperatori di origine armena e greca, dalla fine del IX secolo all’inizio dell’XI, quando ottenne il controllo del Mare Adriatico, del sud d’Italia e di tutto il territorio dello zar Samuele di Bulgaria. Le città dell’impero si ampliarono e il benessere si diffuse in tutte le province a seguito della sicurezza ritrovata. La popolazione aumentò e altrettanto avvenne della produzione, stimolando nuova domanda ma anche aiutando a promuovere il commercio. Culturalmente, ci fu una notevole crescita in materia di istruzione e di apprendimento. I testi antichi vennero conservati e pazientemente ricopiati. Fiorì l’arte bizantina e vennero creati grandi mosaici che andarono ad abbellire gli interni delle molte nuove chiese.
Anche se l’impero era significativamente più piccolo durante il regno di Giustiniano, era anche più forte, poiché i territori rimanenti erano più concentrati e più politicamente e culturalmente integrati.
Il termine caesaro-papia comparve per la prima volta nel manuale di teologia protestante di Justus Henning Böhmer (1674-1749), per caratterizzare l’atteggiamento di un sovrano laico come Giustiniano il Grande, il quale, non avendo più fiducia nel clero, intervenne direttamente negli
affari religiosi sotto il pretesto di assicurare la salvezza della Chiesa.
Dal VII sec. d.C l’impero romano d’oriente dovette far fronte alla minaccia islamica che proveniva dal Medio Oriente.
Il popolo Arabo combatté molte guerre contro lo stato Greco e, col passare degli anni, riusciva a sottrarre al dominio sempre maggior parte del territorio asiatico. Sul fronte settentrionale l’impero doveva impedire l’invasione di popoli barbarici, quali gli Ungari, gli Slavi e i Bulgari, impegnando spesso l’esercito a combattere su due fronti.
Nel 1054 d.C. la chiesa d’occidente si divise da quella d’Oriente.
Questo sisma avvenne principalmente perché ai vescovi occidentali non piaceva il cesaropapismo degli imperatori bizantini e perché il patriarca di Costantinopoli aspirava a sovrastare il Papa.
La goccia che fece traboccare il vaso fu l’alleanza del Papato con i Normanni che si erano stanziati nel Sud d’Italia. A questa alleanza si oppose il patriarca di Costantinopoli, che venne scomunicato, e le due chiese si definirono l’una indipendente dall’altra.