Come nasce il nome “Eden”
Tutti quanti conosciamo la storia di Adamo ed Eva nel libro della Genesi dell’Antico Testamento. Dopo sei giorni di duro lavoro Dio creò l’uomo, Adamo, e da una sua costola plasmò la sua compagna, Eva.
Infine Dio collocò i due progenitori dell’umanità nel giardino dell’Eden, conosciuto anche con il nome di Paradiso Terrestre, nel quale la prima coppia avrebbe potuto vivere per l’eternità senza affanni: frutta, animali, beni di ogni tipo erano offerti loro spontaneamente dal quel luogo incantato, senza bisogno di lavorare la terra o allevare bestiame.
La descrizione del giardino in Genesi 2: 10-14 afferma che l’acqua dell’Eden irrigava quattro aree importanti:
Pishon, che scorre nella terra di Havilah;
Gihon, che scorre nella terra di Cush;
Il Tigri, che sfocia nel lato orientale dell’Assiria ;
e il quarto è l’Eufrate.
Si dice anche che il giardino abbia “ogni albero piacevole alla vista e buono per il cibo”.
Due alberi sono individuati: “l’Albero della Vita” nel mezzo del giardino e “l’Albero della Conoscenza” del bene e del male.
“Tuttavia, la Genesi è incoerente ad un certo punto, Genesi 2: 8-9; 3: 1-3 ha entrambi gli alberi in mezzo al giardino, mentre Genesi 3: 22-24 dà la possibilità che entrambi gli alberi siano stati piantati sul lato est del giardino in cui era originariamente stato creato Adamo.
Dio aveva collocato due alberi speciali in mezzo al giardino: “l’Albero della vita” e “l’Albero della conoscenza“.
Più attenzione è stata data “all’Albero della Conoscenza” rispetto “all’Albero della vita“.
La menzione ” dell’Albero della vita ” ha una funzione importante anche nella narrazione. Dio proibì ad Adamo ed Eva di mangiare un frutto “dall ‘albero della conoscenza“.
La domanda cruciale è: perché Dio non proibì ad Adamo ed Eva di mangiare dall’albero della vita? Dio ordinò loro di mangiare da qualsiasi albero eccetto uno: “l’Albero della Conoscenza“.
L’etimologia sumerica del termine Eden ci restituisce un messaggio di straordinaria potenza: il ricordo atavico di un’epoca in cui l’uomo era libero dalla schiavitù del lavoro e dei vincoli sociali, in cui era sufficiente allungare la mano per ottenere tutto quello che la terra ci offriva spontaneamente.
Frutti selvatici, cacciagione, acqua dai fiumi e dalla pioggia erano generosamente offerti dall’ambiente senza bisogno di coltivare, allevare o scavare pozzi.
L’Eden è, in definitiva, la rappresentazione dello stile di vita mesolitico, quando l’uomo, pur nell’estrema precarietà della sua esistenza, viveva nel mondo con la stessa leggerezza e semplicità degli altri esseri viventi.