3000 anni di Storia

La Civiltà Egizia

Periodo Arcaico (I – II dinastia)

Reperti archeologici fanno risalire la presenza dell’uomo nel Sahara a più di 10000 anni fa, ma le prime popolazioni agricole stabili nella sua valle, dedite all’agricoltura secca, adatte alle aree paludose, si sono formate circa 8000 anni fa.
Il Periodo Arcaico viene anche chiamato Periodo Tinita (dal nome della città di This o Tainis), nome greco di una città egizia sita nei pressi di Abydos.
Capoluogo dell’ottavo distretto dell’Alto Egitto era per tradizione luogo di origine dei sovrani delle prime dinastie egizie (che appunto sono dette tinite).
Il periodo storico si apre con l’unificazione dell’Alto e Basso Egitto, i due regni che si formano lungo la valle del Nilo durante il periodo detto predinastico.
Il fondatore della I Dinastia è Narmer (Narmer – Menses), che unifica l’Egitto intorno al 3000 a.C.
In questo periodo storico compaiono le tombe a mastaba, ossia coperte da una struttura a forma di gradone che sovrasta la camera funeraria.
Scarse sono le notizie sugli avvenimenti storici del periodo; alcune iscrizioni lasciate in occasione di spedizioni militari sono la prova dell’interesse per la regione del Sinai.
Con maggior sicurezza abbiamo notizie sui traffici commerciali con Byblos, grazie al ritrovamento in questa città di resti di stoviglie con iscrizioni geroglifiche.
Già in epoca arcaica l’Egitto importa da Biblos i tronchi di cedro usati nelle costruzioni essendo esso privo di alberi con un legno adatto ad essere ridotto in tavole.
È in questa fase della storia dell’Egitto che si delinea e definisce la struttura amministrativa dell’Egitto basata sulla divisione di tutto il territorio in unità dette NOMOS.
Dal punto di vista archeologico di questo periodo ci rimangono soprattutto sepolture, quasi sempre saccheggiate, e frammenti di statue, stele e false porte provenienti da cappelle funerarie.
Per quanto riguarda invece le strutture civili (abitazioni, palazzi) non rimane praticamente nulla soprattutto per deperibilità dei materiali utilizzati (mattoni di fango, legno, canne).

L’Alto Egitto aveva come capitale la città di Nekhen, chiamata dai greci Ieracompoli. Il re di questo territorio adorava la dea avvoltoio Nekhbet e veniva raffigurato con un’alta corona bianca. Il Basso Egitto aveva come capitale Buto; il sovrano adorava la dea cobra Uto e cingeva una corona rossa, caratteristica di una dea del delta, Neith.
Secondo le antiche leggende l’Alto Egitto, guidato dal dio Horus, sottomise il Basso Egitto, unificando tutto il territorio.

Antico Regno (III – VI dinastia)

L’Antico Regno Egizio – Il fatto più noto relativo a questo periodo è la costruzione delle piramidi, imponenti monumenti funebri dei sovrani di questo periodo storico. La piramide fu, molto probabilmente un evoluzione della mastaba, infatti quella che è considerata la più antica tra esse, la piramide a gradoni di Djoser non è altro che una serie di mastabe sovrapposte.
A questa prima piramide ne seguirono altre, alcune abbandonate prima del termine della costruzione (probabilmente a causa della prematura morte del sovrano e altre a causa di errori nella progettazione).
Le piramidi più famose sono le tre di cui non venne mai persa la memoria a causa delle loro dimensioni, queste sono i monumenti funebri di Khufu, (Cheope) il Kheops dei greci, Khefren (a cui si deve anche la Sfinge) e Mykerinos (Macerino, in egiziano Menkhaura).
La piramide di Khufu, detta anche grande piramide, venne considerata già dagli antichi una tra le sette meraviglie del mondo.
Ormai tramontata la teoria, dovuta più che altro ai racconti di Erodoto, dell’utilizzo di migliaia di schiavi catturati in battaglia, per la costruzione delle piramidi è ormai accettato, da tutti gli studiosi, che queste costruzioni siano state erette da operai, che vivevano nei pressi, aiutati durante la stagione dell’inondazione (periodo dell’anno in cui il Nilo allagava i campi rendendo impossibili i lavori agricoli) da contadini che, si dice, provenissero da tutto l’Egitto. Complessivamente si contano più di cento piramidi, tra grandi e piccole, sebbene solo una piccola parte sia tuttora in discrete condizioni. Nelle sepolture risalenti a questo periodo sono stati rinvenuti i primi esempi di tecnica di imbalsamazione.

Quando il faraone Cheope salì sul trono dell’Egitto, immediatamente cominciò a commettere ogni genere di malvagità.
Chiuse i templi e impedì al suo popolo di recare offerte agli dei.
Al contrario, costrinse tutti i suoi sudditi, senza eccezione alcuna, a lavorare duramente per lui.

Alcuni dovevano trascinare grossi blocchi di pietra dalle cave fin sulla riva del Nilo.
Altri poi si dovevano prendere cura di quegli stessi blocchi non appena erano stati trasportati con le chiatte sull’altra sponda del fiume e trascinarli sull’altura prescelta.

Primo periodo intermedio (dinastie VII, VIII, IX, X)

Periodo di sfaldamento dell’unitarietà dello stato faraonico. I governatori provinciali si rendono autonomi ed indipendenti.

Non è chiaro quale fu la causa della caduta dell’Antico Regno e l’inizio di questo periodo anarchico ma sicuramente furono determinanti:

– Il lunghissimo regno di Pepi II (il più lungo regno della storia)
– Stragi e anarchia conseguenti allo sfaldamento del potere monarchico
– Rivalità tra monarchi per il potere
– “Infiltrazioni” asiatiche nel delta
– Formazioni di una nuova linea dinasticha Akytoy
– Crescente importanza di Tebe sotto il dominio dei principi Antef (Inyotef)

Menphi perde importanza nei confronti prima di Heracleopolis e successivamente di Tebe.
Le testimonianze storiche ed archeologiche sono molto scarse.
Alcuni accenni su opere letterarie e religiose fanno presupporre che le regioni del Delta del Nilo subiscano razzie, e forse dominio, da parte di non ben determinati asiatici (forse le tribù beduine della Penisola del Sinai).
Al termine di questo periodo sono i principi tebani della XI dinastia a riunificare l’Egitto. Indicativamente può essere collocato tra il 2200 AC ed il 2050 AC.

Medio Regno (dinastie XI, XII)

A partire dalla metà della XI dinastia (intorno al 2040 A.C.) l’Egitto torna ad essere unito sotto i discendenti dei Principi di Tebe che si sostituiscono alle precedenti dinastie menfite ed eracleopoleane.
E’ considerata l’epoca classica dell’antico Egitto.

Durante il Medio Regno, che comprende le dinastie XI e XII, per la prima volta il raggio d’influenza dell’Egitto esce al di fuori della Valle del Nilo, con puntate in direzione della Siria e della Palestina che giungono fino al fiume Litani.
La capitale viene spostata da Menphi alla nuova città di Ity Tawy Dominatrice delle Due Terre, (Lisht) appositamente fondata nella regione del Fayum anche se il centro del potere si trova nel sud a Tebe.

Tra i sovrani di maggior spicco di questo periodo si ricorda Sesostris I, Sesostris III, Amenemhat III.
Intorno al 1800 A.C. l’Egitto entra nuovamente in una fase di instabilità, secondo periodo intermedio, segnata da un rapido susseguirsi di sovrani con regni di breve durata (XIII dinastia).

Tale instabilità comporterà una nuova rottura dell’unità nazionale anche a causa dell’aumentato potere di principi di origine asiatica (gli Hyksos) insediatisi nella regione del delta del Nilo.

Secondo Periodo Intermedio (dinastie XIII, XIV, XV, XVI, XVII)

Il secondo periodo intermedio comprende le dinastie XIII, XIV, XV, XVI e XVII.
Da un punto di vista cronologico questa fase della storia egizia copre il periodo dal 1790 A.C. al 1530 A.C.
L’elevato numero di sovrani che si affollano in poco più si due secoli è dovuto sia alla brevità di molti regni che alla loro contemporaneità.
Molti dei sovrani regnarono solamente su piccole porzioni del territorio e talvolta (periodo Hyksos) come vassalli e tributari di altri.
Le fonti storiche ed archeologiche non forniscono motivazioni chiare per lo sfaldamento del forte stato centralizzato formatosi durante il Medio Regno.
Quello che è possibile accertare e che nell’arco di pochi anni, all’inizio della XIII dinastia, si rompe l’unità dello stato e nella regione del delta del Nilo, oltre al distacco del 6° distretto, che sarà governato dai sovrani di quella che viene detta XIV dinastia, riprende il movimento di immigrazione di genti di stirpe semita, conosciuti in seguito come Hyksos, proveniente da est.
Tale fenomeno avrà una tale ampiezza da permettere prima a queste popolazioni, in parte egizianizzate, prima di prendere il controllo della regione del delta governandola da Avaris e poi di sconfiggere i sovrani della XIII dinastia occupando Menphi e la capitale Ity Tawy (intorno al 1674) A.C.
Conseguenza di ciò è che per la prima volta nella sua storia l’Egitto cade sotto il dominio di popoli stranieri, che danno vita alle dinastie XV e XVI.
In tale periodo anche la Nubia si rende indipendente sotto una dinastia autoctona, alleata degli Hyksos. La lotta per riportare l’Egitto sotto controllo egiziano viene ancora una volta portata avanti dai principi di Tebe che danno vita alla XVII dinastia.

Nuovo Regno (dinastie XVIII, XIX e XX)

Comprende le dinastie XVIII, XIX e XX. e copre gli anni dal 1530 AC al 1080 AC
Con il Nuovo Regno l’Egitto raggiunge la sua fase imperiale estendendo il suo controllo politico e militare ben al di fuori dai confini naturali delle Due Terre ed entrando in relazione con gli altri imperi (Ittiti) del Medio Oriente.
La XVIII dinastia segnò l’inizio del Nuovo Regno.
Con la cacciata degli Hyksos i sovrani di Tebe ripresero il controllo di tutto l’Egitto ed anche della Nubia fino alla quarta cateratta e, per evitare altri attacchi da oriente, estesero la loro influenza nella zona dell’alto Eufrate, nella terra degli Ittiti e del regno di Mitanni attraverso un sistema di funzionari collocatio presso sovrani vassalli e fortezze nei punti di passaggio.
Questo fu un periodo di grande ricchezza e potenza per l’Egitto. Proprio all’apice del suo splendore la XVIII dinastia rivelò contenere prodromi della fine del Nuovo Regno.
Con la trasformazione di Tebe in capitale ufficiale dell’Egitto crebbe anche il potere del clero legato al dio tebano Amon, potere che cominciò a porsi in contrapposizione con il potere reale.
Un primo tentativo di ridurre il potere dei sacerdoti tebani fu realizzato da Amenophis IV che promulgò una nuova visione religiosa sotto l’egida del dio Aton, nuova forma della divinità solare.
Amenophis IV, che nel frattempo aveva anche cambiato nome in Akhenaton costruì anche una nuova capitale, detta Akhet-Aton, nella regione oggi detta Tell el-Amarna.
Fu il giovane Tutankhamon a cancellare la riforma religiosa del padre e a riportare la capitale a Tebe.
Con la XIX dinastia, che comprende alcuni dei sovrani più noti tra cui Ramses I, Ramses II (che si scontrò con gli Hittiti nella famosa battaglia di Qadesh), sembrò che l’equilibrio tra potere reale e potere sacerdotale si fosse ristabilito ma già nella seconda parte della dinastia il clero tebano riprese la sua scalata al potere temporale.
Unica figura di spicco della XX dinastia è Ramses III che riuscì ad impedire alle genti conosciute come Popoli del Mare di travolgere anche l’Egitto, cosa che già era accaduto ad altri imperi come quelli Ittita.
La dinastia si chiude con una serie di minori che lasciano spazio alle pretese del clero tebano.
La conseguenza è una nuova divisione dell’Egitto, divisione che durerà più di quattro secoli.

Terzo Periodo Intermedio (dinastie XXI, XXII, XXIII, XXIV, XXV)

Già sul finire della XX dinastia, durante il regno del ultimo sovrano Ramesse XI, il potere regio subì un grave colpo a causa della situazione creatasi nella regione intorno a Tebe dove Herihor, dopo aver assunto la carica di Primo Profeta di Amon la rese ereditaria (Dinastia dei Primi Profeti di Amon) adottando anche la titolatura riservata al sovrano.
Il fondatore della XXI dinastia, Smendes, che era stato in precedenza visir di Ramesse XI, accettò questa diarchia di fatto e regno da Tanis sul Basso Egitto e su parte del Medio.
La situazione si perpetuò per tutto l’arco di tempo coperto dalla XXI dinastia senza ami sfociare in uno scontro aperto.

Questa diminuità sovranità reale ebbe come effetto che le popolazioni libiche entrate in Egitto come prigionieri di guerra al tempo di Ramesse III e poi rimaste in qualità di mercenari diedero vita ad una serie di principati semi-indipendenti.
La XXII dinastia, detta talvolta “dinastia libica” ebbe proprio origine da quei capi delle tribù libiche insediatesi nei dintorni di Heracleopolis Magna. La dinastia iniziò con una ripresa dell’autorità dei sovrani che riuscirono a riportare anche il titolo di Primo Profeta di Amon sotto il loro controllo e ripresero persino una politica estera di impegno nella regione palestinese.
Malgrado questo promettente inizio la dinastia finì con la totale frammentazione del potere che dovette essere condiviso con le contemporanee dinastie XXIII e XXIV, con il collegio sacerdotale di Tebe e con i principati semi indipendenti del Medio Egitto.
Un ultimo momento di ripresa sembrò esservi con la XXV dinastia di origine nubiana i cui sovrani tentarono di riunificare l’Egitto sotto il loro scettro ma furono sconfitti prima dagli Assiri che avevano invaso l’Egitto e poi dal primo sovrano della XXVI dinastia.
Il Terzo periodo intermedio delle storia egizia copre un arco di tempo che va dal 1070 AC al 664 AC.

Periodo Tardo

Menphi e la regione del Delta, diventarono l’obiettivo degli attacchi degli Assiri, finché Psammetico I riunì il Medio ed il Basso Egitto sotto il suo potere, formando la XXVI dinastia e dando inizio al Periodo Tardo. Nel 656 AC estese il suo controllo a tutto l’Egitto.
La XXX dinastia iniziò nel 380 AC e terminò nel 343 AC.
Questo fu l’ultimo periodo in cui un egiziano nativo regnò in Egitto.
La breve restaurazione dei Persiani è conosciuta come XXXI dinastia.

I due regni vennero unificati con la forza, verso il 3100 a.C., in un solo impero da Narmer (o Menes in greco), re dell’Alto Egitto, che inaugurò le trenta dinastie dell’antico Egitto, fissando inizialmente la capitale a Thinis, situata nel medio Egitto. Narmer unì come simbolo i due copricapi.
Cominciò a chiamarsi “faraone”, che in origine voleva dire “grande casa” o “casa reale”. La sua monarchia era assolutista, ereditaria e teocratica.
Il faraone era il figlio del dio Sole e doveva sposarsi solo con membri di sangue reale, quindi si trattava generalmente di matrimoni tra fratelli e sorelle.

L’istituzione faraonica è senza ombra di dubbio la più duratura delle istituzioni della storia: centinaia di faraoni si sono succeduti (quasi sempre senza periodi di discontinuità) per 30 dinastie e tre millenni di storia.

La giornata di un re egizio era regolata nei minimi particolari. Il suo tempo era diviso tra le udienze e i giudizi, la caccia e la guerra, le passeggiate e i divertimenti.

Il risveglio del re era una grande cerimonia.
Il faraone si preoccupava del suo aspetto fisico, e si affidava alle mani esperte del barbiere e della manicure.
Doveva indossare un grande vestito: il gonnellino shenti, corto e a pieghe, rientrava tra i suoi indumenti più abituali.
Il Faraone non appariva mai in pubblico con la testa scoperta; anche nell’intimità portava sempre un copricapo. Perciò indossava una parrucca e sopra di essa il nemes con il serpente ureo.
Una barba posticcia si univa al copricapo.
Il re portava collane, pettorali e bracciali, indossava sandali o camminava scalzo. Di mattina offriva un sacrificio e ascoltava le preghiere del sommo sacerdote. Il re doveva essere al corrente di tutti gli avvenimenti e convocava il consiglio, ma il suo principale dovere era quello di manifestare gratitudine agli dei: restaurava monumenti, costruiva nuovi santuari e statue, faceva erigere obelischi.
Sovrintendeva e controllava l’esecuzione dei suoi ordini.
Il sovrano era considerato sicuramente un uomo, ma aveva una funzione divina, poiché era il mediatore cosmico, incaricato di mantenere la pace e l’ordine sulla terra e di vegliare su tutte le genti dell’Egitto.

Il Faraone nominava gli alti funzionari, sceglieva il sommo sacerdote e ricompensava i generali che avevano compiuto imprese memorabili. Un’altra cerimonia regale consisteva nel ricevere i delegati stranieri, che arrivavano con i tributi. L’occupazione più importante del re era la guerra. Al ritorno da una spedizione, al faraone piaceva svagarsi nel suo palazzo e divertirsi con la famiglia. Ma anche la caccia era uno sport appassionante: nel deserto, il faraone cacciava leoni, tori o antilopi.

 

Le caste erano chiuse: da una casta non si poteva né entrare, né uscire. Chi nasceva in una di esse doveva restarvi fino alla morte.
Si è soliti dire che l’organizzazione sociale dell’antico Egitto era di tipo piramidale perché possiamo immaginare la società egizia come una piramide.
A capo di tutta l’organizzazione sociale c’era il Faraone che disponeva di un potere assoluto ed era considerato figlio degli dei e dio egli stesso.
Subito dopo il Faraone, nella piramide sociale, c’erano alcune classi privilegiate rappresentate dai Sacerdoti, dai Nobili e dai Guerrieri. Essi erano poco numerosi, occupavano le posizioni più importanti dello Stato, non pagavano le tasse e vivevano di ricchezza.
I Sacerdoti godevano di grande prestigio e rispetto. Essi non si limitavano ad occuparsi del culto, ma erano anche i Consiglieri del Faraone ed amministravano la Giustizia. Essi erano i soli che si dedicavano alla studio: le più importanti scoperte astronomiche e matematiche della civiltà egizia si devono proprio a loro.
I Nobili erano soprattutto generali dell’Esercito e ricoprivano le cariche più importanti dello Stato.
Gli Ufficiali Inferiori appartenevano alla Casta dei Guerrieri.
Gli Scribi rappresentavano una casta intermedia tra quelle privilegiate e le caste inferiori.
Essi erano funzionari del Faraone.
Il loro compito era quello di registrare le entrate e le uscite dello Stato e di riscuotere le tasse.
Erano i soli a saper leggere e scrivere per questa ragione godevano di rispetto e stima.
Inizialmente gli scribi provenivano dalla casta dei nobili. Successivamente potevano venire anche dalle caste inferiori.
Le classi inferiori erano costituite da Medici, Mercanti, Artigiani, Operai e Contadini.
Costoro erano esclusi da ogni partecipazione al governo e pagavano delle tasse molto elevate. A loro poteva essere chiesto di effettuare gratuitamente del lavoro per le opere di canalizzazione.
In fondo alla piramide sociale c’erano gli Schiavi.
Erano per lo più prigionieri di guerra. Vivevano in condizioni molto misere e venivano trattati con estrema durezza.
A volte venivano privati della lingua perché non si lamentassero o accecati per obbedire senza poter reagire agli ordini.
Erano sottoposti a lavori massacranti come il trasporto di grossi blocchi di granito per la costruzione dei templi e delle piramidi.

Con l’invasione dei popoli del mare ha inizio la lenta decadenza del regno che, subisce numerose altre invasioni: Hyksos (1670 a.C.), Popoli del mare (1200 a.C.), Assiri (670 a.C.), Persiani (525 a.C.), Macedoni (332 a.C.), Romani (30 a.C.).

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