Un terremoto del 10º grado ed un seguente maremoto radono al suolo le città di Reggio Calabria e Messina causando circa 100.000 morti.
Si trattò della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, e del disastro naturale di maggiori dimensioni che abbia colpito il territorio italiano in tempi storici.
A Messina,la parte bassa e pianeggiante della città, fondata sulle sabbie subì i danni più gravi. Furono distrutti molti importanti edifici, tra questi la famosa “Palazzata”, la sequenza di edifici che costeggia il porto, già distrutta e ricostruita dopo il terremoto del 1783.
Danni gravissimi si registrarono in numerosi paesi e piccoli centri dell’entroterra sia messinese che reggino. La scossa fu seguita circa dieci minuti dopo da una devastante onda di maremoto, che produsse ulteriori danni e vittime.
Saranno 80mila le vittime a Messina (il 57 per cento della popolazione) e 15mila a Reggio Calabria (il 33 per cento della popolazione).
I primi soccorsi a Messina il 29 dicembre del 1908 giungono dalla Marina russa.
Le tre navi sovietiche Makarov, Zarevic e Slovo, portano cibo, medicinali e coperte. L’ammiraglio Ponomarev assume il comando delle operazioni facendo trasferire a bordo delle sue navi i feriti più gravi. Inoltre coordina le squadre antincendio. Poi giungono i tedeschi, gli inglesi e i francesi.
E’ la prima grande operazione internazionale umanitaria del Novecento.
Unità da guerra francesi, tedesche, spagnole, greche e di altre nazionalità raggiunsero le sponde dello stretto e misero a disposizione i propri equipaggi per provvedere a quanto necessario.
Il Governo italiano, guidato da Giolitti, disloco’ 48 unità (sei corazzate, due incrociatori corazzati, tre arieti torpedinieri, tre incrociatori torpedinieri, cinque cacciatorpediniere, 15 torpediniere, 14 navi ausiliarie e di uso locale) con 6788 militari.
La Regia Marina, che fa base a Messina, risulterà fondamentale soprattutto per le comunicazioni e per il trasporto in massa di tutto quanto necessita nelle operazioni di soccorso.
Il terremoto del 1908 segna l’inizio dell’azione dello Stato italiano per la riduzione degli effetti degli eventi sismici, attraverso l’introduzione della classificazione sismica del territorio e l’applicazione di specifiche norme per le costruzioni nei territori classificati. E’ del 1909, infatti, il primo Regio Decreto contenente norme valide per l’intero territorio nazionale.
Nello stesso periodo di tempo il Danzer’s Armée Zeitung, giornale viennese vicino agli orientamenti dei vertici militari imperiali, in un articolo sostenne che l’Austria-Ungheria avrebbe dovuto trarre occasione dalla difficile situazione, causata dal terremoto, per scatenare una guerra preventiva contro l’Italia. L’incidente si risolse diplomaticamente in breve tempo, ma tutto fu solo rimandato di sette anni.