Il Regno dei Franchi


I Franchi occupavano i territori di buona parte dell’attuale Francia e di una parte della Germania. Furono il primo popolo germanico a convertirsi al Cattolicesimo, agli inizi del VI secolo, con re Clodoveo della dinastia dei Merovingi (dal nome di Meroveo, un leggendario antenato di questa casata).
Per controllare direttamente il loro regno e per riscuotere le tasse, i re franchi non risiedevano in una sede fissa, ma si spostavano frequentemente da una regione all’altra, soggiornando nei loro palazzi o presso i signori più potenti e nelle abbazie. I sovrani erano accompagnati dal seguito armato, la trustis, che poteva comprendere anche 300-400 persone.
Tra queste gli esponenti più importanti erano i CONTI e i PALADINI.

All’interno dell’amministrazione regia il funzionario più in vista era il maestro di palazzo .
Grazie anche alla conversione al Cattolicesimo, i Franchi governavano in accordo con i grandi proprietari di terre gallo-romani e con la collaborazione dei vescovi.
I sovrani franchi consideravano il regno come patrimonio personale del re, pertanto alla sua morte esso veniva spartito tra gli eredi.
Si perdeva però in questo modo l’unità del regno, faticosamente raggiunta dopo vittoriose campagne militari.

Nel VII secolo i frequenti conflitti dinastici fra gli eredi e la sete di potere dell’aristocrazia indebolirono la monarchia merovingia. Ne trassero vantaggio i Pipinidi, alti funzionari che ricoprivano la carica di maestri di palazzo e che divennero i veri e propri dominatori della vita militare e politica del regno.

Apparteneva a questa famiglia Carlo Martello (689-741), che nel 732 d.C. sconfisse, a Poitiers un’armata musulmana proveniente dalla Penisola Iberica; per questo è ricordato come colui che bloccò la penetrazione islamica in Europa. Nel 751 d.C. destituì l’ultimo sovrano merovingio e si proclamò nuovo re dei Franchi, aprendo una nuova fase della storia europea.
Intanto in Italia i Longobardi, approfittando della debolezza dei Bizantini, mossero guerra contro di essi e, nel 751 d.C., conquistarono Ravenna e una parte delle terre a nord di Roma.
Papa Stefano II non credeva che l’imperatore bizantino fosse in grado di proteggere Roma dalla minaccia longobarda, perciò chiese protezione ai Franchi contro i Longobardi.
Nel 754 d.C. il papa Stefano II si recò in Francia e incoronò re Pipino in una solenne cerimonia: il nuovo sovrano ricevette dal papa l’unzione sacra e, in cambio, si impegnò a difendere Roma dai Longobardi. L’esercito franco scese dunque in Italia e sconfisse più volte le truppe longobarde.

Dopo la morte di Pipino fu Carlo, uno dei suoi figli, a conquistare Pavia, nel 774 d.C., mettendo fine alla dominazione longobarda sull’Italia.

I Franchi riconobbero l’autorità del papa sui territori intorno a Roma.
La Chiesa romana ingrandì così i suoi possedimenti.
Con le guerre di conquista Carlo allarga i confini del suo regno. Nel 774 d.C., in seguito alla morte del fratello Carlomanno, divenne l’unico sovrano dei Franchi.

Egli regnò per più di 40 anni, dal 768 d.C. all’814 d.C., anno della sua morte, un periodo molto lungo per quei tempi, quando era facile morire precocemente.
Il sovrano franco fu chiamato già dai suoi contemporanei Magno, cioè «il Grande», per la fama raggiunta dalle sue imprese. Infatti fu impegnato per quasi tutta la durata del suo regno in guerre di conquista e riuscì, in questo modo, a estenderne considerevolmente i confini:

  • A sud, conquistò l’Italia settentrionale
  • A nord-est, nelle vaste foreste dell’attuale Germania, sottomise i Sassoni e i Frisoni e conquistò la Baviera
  • A est, combatté contro Avari e Slavi e contro lo stesso Impero Bizantino
  • Nel nord della Penisola Iberica, conquistò anche la Catalogna, sottraendola agli Arabi.

Grazie alle guerre di conquista Carlo si procurò bottino e terre da distribuire ai combattenti più importanti del regno; così egli legava a sé i membri dell’aristocrazia franca, consolidando il suo comando e impedendo loro di minacciare il suo potere.

Nel giorno di Natale dell’800 nella basilica romana di San Pietro, papa Leone III incoronò Carlo imperatore del Sacro Romano Impero : «sacro» perché voluto da Dio; «romano» perché erede di quello antico.
Per Carlo l’incoronazione imperiale significò l’attribuzione della supremazia politica su tutta l’Europa occidentale, ma egli si presentò anche come il difensore della Chiesa romana. Per la prima volta dopo il 476 d.C. si ricostituiva a Occidente un impero che si rifaceva alla tradizione di Roma.
Il Papa, da parte sua, incoronando l’imperatore, si metteva al di sopra di qualsiasi altra autorità religiosa, anche di quella di Costantinopoli, e si proclamava capo assoluto della Chiesa cristiana.
Per poter meglio controllare il territorio del suo immenso impero, Carlo lo divise in numerose province, le contee, affidate ai CONTI.
Organizzò le terre di frontiera in MARCHE, affidate a ufficiali detti MARCHESI, che si occupavano anche della difesa militare.
I territori di frontiera, infatti, erano sottoposti alla pressione delle popolazioni che si trovavano al di là dei confini, come i Musulmani in Spagna, gli Avari e gli Slavi nei territori dell’odierna Austria.
Il sovrano sorvegliava i comportamenti di conti e marchesi attraverso ispettori chiamati Missi Dominici, che spesso si muovevano in coppie: un laico (scelto tra gli esponenti dell’aristocrazia franca) e un ecclesiastico (di solito un vescovo).
Periodicamente venivano indette tra i grandi del regno importanti riunioni dette «placiti»: le decisioni erano raccolte in testi scritti chiamati «capitolari».
Per governare il suo ampio impero, si servì di un sistema di rapporti di fedeltà personale, già diffuso presso i Franchi : Questi rapporti legavano il sovrano e gli altri signori importanti del regno – i grandi proprietari terrieri – ad altri uomini liberi, che divenivano loro VASSALLI (dal latino vassus, «giovane, servitore»), cioè loro fidati servitori.
Il sovrano e i signori si impegnavano a proteggere i vassalli e a garantire il loro mantenimento attraverso un bene, detto BENEFICIO, che in genere consisteva in una terra da amministrare.
In cambio i vassalli si impegnavano, in caso di guerra, a prestare servizio militare per i loro signori. Talvolta anche i vassalli legavano a sé uomini di fiducia, che si chiamavano VALVASSORI. Questo sistema di rapporti personali prende il nome di VASSALLAGGIO.
Carlo Magno morì nell’814 d.C.
Gli succedette l’unico dei suoi figli rimasto vivo, Ludovico il Pio.
Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nell’840 d.C., l’impero venne spartito, come era consuetudine presso i Franchi, tra i suoi figli.
Presto essi entrarono in conflitto tra loro per il potere, finché, nell’843 d.C., con il Trattato di Verdun, l’impero fu diviso in 3 regni:
• il Regno Occidentale, corrispondente grosso modo alla Francia odierna, fu affidato a Carlo il Calvo;
• il Regno Orientale, a est del Reno, nei territori della Germania attuale, fu assegnato a Ludovico il Germanico;
• il Regno Centrale, che andava dal Mare del Nord sino ai territori italiani, spettò a Lotario I, al quale fu riconosciuto anche il titolo di imperatore.

Gli elementi che permisero a Carlo Magno di regnare a lungo e con successo furono il legame con la Chiesa romana e l’alleanza con l’aristocrazia franca. Dopo l’incoronazione in San Pietro da parte di papa Leone III, Carlo diventò il difensore della religione cristiana: al seguito dei suoi eserciti partirono numerosi missionari cattolici, con l’obiettivo di convertire al Cristianesimo i popoli pagani che vivevano nell’Europa settentrionale e orientale. I soldati franchi ricorsero anche a violente repressioni per convincere queste popolazioni ad aderire alla nuova religione.