La Abitazioni della Preistoria
L’Essere Umano all’inizio viveva sugli alberi o si rifugiava, come gli animali, in qualche riparo naturale.
Poi cominciò a crearsi qualche covo: scavò grotte, ampliò quelle esistenti. In seguito costruì con rami e foglie le prime capanne, che altro non erano che dei semplici paraventi sostenuti da pali.
Una delle prime preoccupazioni degli uomini primitivi è stata quella di procurarsi un rifugio, per potersi riparare dalle intemperie e per porsi al riparo durante la notte dalle aggressioni degli animali feroci.
Le Caverne
L’uomo primitivo conduceva un’esistenza nomade raccogliendo i frutti che la natura offriva spontaneamente o per seguire gli animali selvatici da cacciare.
Quindi si limitava a cercare rifugio nelle grotte o nei ripari naturali presenti nel territorio.
Il sito preistorico dei Balzi Rossi è famoso in tutto il mondo sin dall’800 per i suoi importantissimi ritrovamenti. Ai piedi di una parete rocciosa di calcare dal colore rosso, si aprono grotte e ripari. Le grotte dei Balzi Rossi (Imperia,Liguria) hanno restituito manufatti in osso e pietra, focolari, sepolture e resti di fauna riferibili al Paleolitico Inferiore fino alla Preistoria più recente.
La Grotta dei fanciulli, per esempio, è così chiamata per la scoperta di una sepoltura di due bambini del Paleolitico Superiore (tra i 35.000 e i 10.000 anni fa).
Nella Grotta del Principe invece è stato rinvenuto un frammento di bacino di una donna di Homo Erectus vissuta 230.000 anni fa.
Ad Afar, in Tanzania, è stata trovata una testimonianza impressionante.
Decine di individui avevano trovato riparo sotto un roccione, ma l’improvvisa piena del fiume che scorreva tra i massi li travolse. I loro corpi sono stati ritrovati nel lago sottostante, ormai ridotti a fossili.
Nel Paleolitico i rifugi per l’uomo, cacciatore e nomade, erano prevalentemente capanne di tronchi (se abitava nelle foreste), tende di pelli o ricoveri scavati sotto terra (se abitava nelle steppe con bassa vegetazione), oppure grotte e capanne di frasche (se abitava in zone di pianura).
Le Capanne
La capanna è un’ abitazione di piccole dimensioni, realizzata coi materiali disponibili in abbondanza nell’ambiente circostante: grossi rami, frasche ( cioè rami con le foglie ), canne di bambù, paglia.
Per la struttura si usano i rami più grossi che vengono conficcati nel terreno e poi collegati tra loro con rami flessibili.
Per la chiusura degli interstizi tra ramo e ramo si legano alla struttura frasche, stuoie di canne, paglia intrecciata.
In genere la capanna è di facile costruzione, perché ha un solo piano di dimensioni ridotte.
Viene costruita dalle popolazioni sedentarie che abitano in zone a clima caldo e vivono di agricoltura e allevamento in forme ancora primitive, riunite in piccoli villaggi.
La forma di una capanna può essere derivata da una sola figura geometrica, come il triangolo o l’ arco.
L’uomo Primitivo non si muoveva mai da solo perchè sarebbe stato troppo debole di fronte ad un grande animale.
Un gruppo invece poteva preparare molte trappole per catturarlo e del resto un solo animale di notevoli dimensioni era sufficiente per sfamare molti uomini.
Questi piccoli gruppi comprendevano di solito dai 20 ai 50 membri, come si è potuto dedurre dal numero dei focolari di ogni comunità e si spostavano da una località all’altra con accampamenti stagionali.
In Francia, vicino a Nizza , sono stati trovati i resti di un accampamento stagionale dell’Homo Erectus risalente a 400 mila anni fa.
Era formato da alcune grandi capanne erette su di una duna costiera, al riparo da una rupe dalla quale sgorgava una sorgente. Ogni capanna, di forma ovale, era lunga fino a 15 metri con pareti formate da pelli tese su rami conficcati nel terreno e appoggiati a dei massi: al centro delle capanne c’era un focolare riparato dai venti tramite un muretto di pietra.
Sul pavimento sono stati ritrovati resti di animali cacciati e di alghe che forse servivano come giaciglio.
Le Palafitte
Le palafitte erano un tipo di abitazione costruita su una piattaforma sorretta da pali piantati nell’acqua di un lago o di un fiume in modo da essere circondate e difese.
Ogni palafitta aveva due uscite: l’una immetteva alla piattaforma collegata alla riva attraverso una passerella, anche questa sostenuta da pali conficcati nel terreno, l’altra comunicava direttamente con l’acqua e veniva usata come scarico dei rifiuti o serviva al capo famiglia per pescare più comodamente.
Queste abitazioni erano costruite sull’acqua con uno scopo ben preciso: difendersi dagli animali feroci, e dai nemici.
Con lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, e quindi con la conseguente trasformazione della vita dell’uomo in senso stanziale, cominciano a formarsi i primi clan, le prime tribù e, infine, i primi agglomerati di capanne realizzate con fango, canne, tronchi, vimini intrecciati e argilla: i villaggi.
Le prime case, a pianta rettangolare e con pareti coperte di argilla – avevano superfici ridotte (ca. 20-70 m2) e pavimenti in genere rialzati, rivestiti anch’essi d’argilla.
Centro della casa era il focolare e poiché probabilmente non vi erano finestre, di giorno la luce penetrava dalla piccola porta di accesso e da aperture sul soffitto. Di la luce proveniva, oltre che dal fuoco, da piccole lampade in argilla o in corno.
Sappiamo che lo scarso arredamento comprendeva un telaio, recipienti per provviste e cesti, ma forse anche cassoni in legno.