Come vivevano i nostri antenati

La Abitazioni della Storia

L’Essere Umano all’inizio viveva  sugli alberi o si rifugiava, come gli animali, in qualche riparo naturale.
Poi cominciò a crearsi qualche covo: scavò grotte, ampliò quelle esistenti. In seguito costruì con rami e foglie le prime capanne, che altro non erano che dei semplici paraventi sostenuti da pali.

Una delle prime preoccupazioni degli uomini primitivi è stata quella di procurarsi un rifugio, per potersi riparare dalle intemperie e per porsi al riparo durante la notte dalle aggressioni degli animali feroci.

Le Caverne

L’uomo primitivo conduceva un’esistenza nomade raccogliendo i frutti che la natura offriva spontaneamente o per seguire gli animali selvatici da cacciare.
Quindi si limitava a cercare rifugio nelle grotte o nei ripari naturali presenti nel territorio.
Il sito preistorico dei Balzi Rossi è famoso in tutto il mondo sin dall’800 per i suoi importantissimi ritrovamenti. Ai piedi di una parete rocciosa di calcare dal colore rosso, si aprono grotte e ripari. Le grotte dei Balzi Rossi (Imperia,Liguria) hanno restituito manufatti in osso e pietra, focolari, sepolture e resti di fauna riferibili al Paleolitico Inferiore fino alla Preistoria più recente.
La Grotta dei fanciulli, per esempio, è così chiamata per la scoperta di una sepoltura di due bambini del Paleolitico Superiore (tra i 35.000 e i 10.000 anni fa).
Nella Grotta del Principe invece è stato rinvenuto un frammento di bacino di una donna di Homo Erectus vissuta 230.000 anni fa.

Ad Afar, in Tanzania, è stata trovata una testimonianza impressionante.
Decine di individui avevano trovato riparo sotto un roccione, ma l’improvvisa piena del fiume che scorreva tra i massi li travolse. I loro corpi sono stati ritrovati nel lago sottostante, ormai ridotti a fossili.

Nel Paleolitico i rifugi per l’uomo, cacciatore e nomade, erano prevalentemente capanne di tronchi (se abitava nelle foreste), tende di pelli o ricoveri scavati sotto terra (se abitava nelle steppe con bassa vegetazione), oppure grotte e capanne di frasche (se abitava in zone di pianura).

Le Capanne

La capanna è un’ abitazione di piccole dimensioni, realizzata coi  materiali disponibili in abbondanza nell’ambiente circostante: grossi rami, frasche (cioè rami con le foglie), canne di bambù, paglia.
Per la struttura si usano i rami più grossi che vengono conficcati nel terreno e poi collegati tra loro con rami flessibili.
Per la chiusura degli interstizi tra ramo e ramo si legano alla struttura frasche, stuoie di canne, paglia intrecciata.
In genere la capanna è di facile costruzione, perché ha un solo piano di dimensioni ridotte.
Viene costruita dalle popolazioni sedentarie che abitano in zone a clima caldo e vivono di agricoltura e allevamento in forme ancora primitive, riunite in piccoli villaggi.
La forma di una capanna può essere derivata da una sola figura geometrica, come il triangolo o l’ arco.

L’uomo Primitivo non si muoveva mai da solo perchè sarebbe stato troppo debole di fronte ad un grande animale.
Un gruppo invece poteva preparare molte trappole per catturarlo e del resto un solo animale di notevoli dimensioni era sufficiente per sfamare molti uomini.
Questi piccoli gruppi comprendevano di solito dai 20 ai 50 membri, come si è potuto dedurre dal numero dei focolari di ogni comunità e si spostavano da una località all’altra con accampamenti stagionali.

In Francia, vicino a Nizza , sono stati trovati i resti di un accampamento stagionale dell’Homo Erectus risalente a 400 mila anni fa.
Era formato da alcune grandi capanne erette su di una duna costiera, al riparo da una rupe dalla quale sgorgava una sorgente. Ogni capanna, di forma ovale, era lunga fino a 15 metri con pareti formate da pelli tese su rami conficcati nel terreno e appoggiati a dei massi: al centro delle capanne c’era un focolare riparato dai venti tramite un muretto di pietra.
Sul pavimento sono stati ritrovati resti di animali cacciati e di alghe che forse servivano come giaciglio.

Le Palafitte

Le palafitte erano un tipo di abitazione costruita su una piattaforma sorretta da pali piantati nell’acqua di un lago o di un fiume in modo da essere circondate e difese.
Ogni palafitta aveva due uscite: l’una immetteva alla piattaforma collegata alla riva attraverso una passerella, anche questa sostenuta da pali conficcati nel terreno, l’altra comunicava direttamente con l’acqua e veniva usata come scarico dei rifiuti o serviva al capo famiglia per pescare più comodamente.
Queste abitazioni erano costruite sull’acqua con uno scopo ben preciso: difendersi dagli animali feroci, e dai nemici.

Con lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, e quindi con la conseguente trasformazione della vita dell’uomo in senso stanziale, cominciano a formarsi i primi clan, le prime tribù e, infine, i primi agglomerati di capanne realizzate con fango, canne, tronchi, vimini intrecciati e argilla: i villaggi.

Le prime case, a pianta rettangolare e con pareti coperte di argilla – avevano superfici ridotte (ca. 20-70 m2) e pavimenti in genere rialzati, rivestiti anch’essi d’argilla.
Centro della casa era il focolare e poiché probabilmente non vi erano finestre, di giorno la luce penetrava dalla piccola porta di accesso e da aperture sul soffitto. Di la luce proveniva, oltre che dal fuoco, da piccole lampade in argilla o in corno.
Sappiamo che lo scarso arredamento comprendeva un telaio, recipienti per provviste e cesti, ma forse anche cassoni in legno.

Nell’Età del Rame, in particolar modo tra i popoli orientali, si assiste alla prima trasformazione dei villaggi in città.
Le capanne cominciano ad essere realizzate in pietra, laddove c’è ampia disponibilità di questo materiale, oppure in mattoni di argilla, cotta prima al sole, poi nelle fornaci.

Abitazioni in Europa durante l'età del bronzo

Le abitazioni dell'età del bronzo erano molto più sofisticate rispetto a quelle dei periodi precedenti, con una maggiore attenzione alla funzionalità, alla protezione dalle intemperie e all'organizzazione dello spazio. Le case delle diverse civiltà erano costruite con materiali locali, come legno, argilla, pietra e mattoni, e la forma e la struttura riflettevano le condizioni climatiche e le esigenze sociali delle varie popolazioni.

Le case nelle civiltà della pianura

Case a capanna (Europa centrale e settentrionale):

In molte regioni dell’Europa centrale e settentrionale, le abitazioni erano ancora in gran parte costruite in legno e paglia. Le  case a capanna avevano una struttura rettangolare o ovale, con un tetto spiovente coperto di paglia o canne. Queste case erano costruite con pali di legno e pareti di argilla o fango che venivano applicate sui pali. Il tetto era generalmente molto inclinato per permettere il deflusso della pioggia e della neve. Le case erano abbastanza grandi da ospitare diverse persone (famiglie o gruppi), e spesso avevano una divisione interna per le diverse attività quotidiane (cucinare, dormire, lavorare).

Villaggi:

Nelle aree più sviluppate, come quelle della cultura Unetice (intorno al 2300 – 1600 a.C. in Europa centrale), si svilupparono veri e propri villaggi con case più strutturate, disposte attorno a spazi aperti o cortili comuni. I villaggi potevano essere protetti da fossati o palizzate di legno, e le abitazioni, pur rimanendo semplici, erano organizzate in modo da rispondere alle necessità di una comunità agricola. Alcuni villaggi in Europa orientale, come quelli appartenenti alla cultura Lusaziana (circa 1300 – 500 a.C.), avevano abitazioni a pianta quadrata o rettangolare, con mura in legno e tetti coperti di paglia.

Le case nelle civiltà mediterranee

Case della civiltà minoica (Creta):

La civiltà minoica (circa 1900 – 1400 a.C.) sull’isola di Creta rappresenta un avanzamento significativo rispetto alle altre culture dell’età del bronzo.
Le case minoiche erano costruite con pietra e legno, con pareti spesse e pavimenti in terra battuta o lastricato. Le abitazioni di Cnosso e di altre città minoiche erano spesso su più piani, con una disposizione centrale attorno a un cortile interno, che fungeva da spazio comune. Ogni casa minoica aveva stanze separate per attività quotidiane, come la cucina, il deposito di cibo e la zona di riposo. Le case più grandi, probabilmente appartenenti a una classe sociale più alta, avevano anche bagni e servizi igienici rudimentali, segno di una certa raffinatezza nell’organizzazione domestica.

Case della civiltà micenea (Grecia continentale)

Le case micenee (circa 1600 – 1200 a.C.), che si svilupparono sulla Grecia continentale, avevano una struttura simile a quelle minoiche, ma spesso con una maggiore enfasi sulle mura di pietra. Le case micenee erano costruite con grandi pietre lavorate e argilla, con tetti a doppia falda. Al loro interno, le abitazioni micenee erano più grandi e sofisticate, con stanze organizzate attorno a un cortile centrale. Le case dei nobili avevano sala del trono (megaron) con un grande focolare centrale, da cui si distribuivano le stanze per la famiglia e per la servitù. Le strutture residenziali dei nobili micenei erano molto più elaborate rispetto a quelle dei contadini o delle classi inferiori, e includevano anche sistemi di approvvigionamento di acqua tramite pozzi e cisterne.

Le abitazioni dell'età del ferro

L’età del ferro (circa 1200 - 600 a.C., ma con variazioni regionali) segna un ulteriore sviluppo nelle abitazioni rispetto a quelle dell’età del bronzo, con l’introduzione di nuovi materiali, tecniche di costruzione e una maggiore specializzazione nelle abitazioni, in particolare nelle aree europee, asiatiche e mediterranee. Le abitazioni in questo periodo riflettono il cambiamento nelle strutture sociali, nelle pratiche agricole e nell’organizzazione urbana.

Abitazioni nelle civiltà celtiche e germaniche (Europa settentrionale e centrale)

Case dei Celti (Europa centrale e settentrionale):
Le abitazioni celtiche erano generalmente case a capanna con una pianta rettangolare o circolare. Queste case erano costruite principalmente in legno e paglia, ma anche in argilla o fango per le pareti. Le case rotonde erano spesso utilizzate per i contadini, mentre quelle rettangolari erano tipiche per i nobili o le famiglie di status superiore. Il tetto, generalmente a doppia falda, era ricoperto con paglia, canne o legno. Gli interni delle case celtiche erano spartani, con pochi mobili e un focolare al centro per riscaldare l’ambiente e cucinare. La divisione in stanze era minima, e la vita familiare si svolgeva in un unico grande spazio. Le case erano spesso costruite attorno a un cortile, talvolta protetto da una palizzata di legno per difendersi dai predatori.

Villaggi fortificati: I Celti costruivano anche villaggi fortificati chiamati oppida, che erano difesi da mura di legno o pietra e da fossati. All’interno di questi oppida, le case erano disposte in modo ordinato e coprivano uno spazio relativamente ampio, con una parte centrale comune e spazi per la produzione e lo stoccaggio di beni.

Abitazioni in Italia e nelle culture pre-romane (Italia centrale e meridionale)

Case delle culture italiche (Etruschi, Villanoviani, Samniti):
Le popolazioni italiche, come gli Etruschi (800 – 300 a.C.), i Villanoviani (1100 – 800 a.C.) e i Sanniti, costruivano abitazioni che si evolsero notevolmente nel corso dell’età del ferro. Le case etrusche, ad esempio, erano costruite in mattoni di fango, pietra e legno.

Le case etrusche più antiche erano simili a quelle delle culture precedenti, con una pianta rettangolare, ma con una maggiore attenzione alla decorazione delle pareti, che spesso erano dipinte con motivi geometrici o scene di vita quotidiana. Le abitazioni etrusche più ricche potevano essere dotate di una sala centrale (simile alla domus romana) e spazi separati per il cibo e il riposo. L’organizzazione interna era spesso più complessa, con stanze adibite a funzioni specifiche.

Abitazioni dei Villanoviani: I Villanoviani, predecessori degli Etruschi, vivevano in case circolari o rettangolari, costruite con legno, fango e paglia. Queste abitazioni erano spesso dotate di tetti a cono e avevano un’unica stanza. Alcune case presentano una disposizione a gruppi familiari, organizzati in villaggi fortificati protetti da fossati o palizzate.

Abitazioni nelle isole britanniche e nelle culture nordiche

Abitazioni nella cultura di Hallstatt e La Tène (Europa centrale e occidentale):
Durante l’età del ferro, le abitazioni delle culture di Hallstatt (800 – 500 a.C.) e La Tène (500 – 1 a.C.) erano strutturate in modo simile a quelle celtiche. Le case a capanna erano costruite con pali di legno e pareti in argilla o fango. Il tetto era generalmente coperto con paglia o canne. Le case rettangolari erano più comuni nelle aree residenziali, mentre quelle circolari erano più spesso associate a strutture rituali o a residenze più semplici. All’interno, la vita quotidiana si svolgeva in uno spazio unico, con divisioni occasionali tra la zona della cucina e quella per dormire.

Case in Scozia e Irlanda: In Scozia e Irlanda, le abitazioni pre-romane erano generalmente costruite con pietra, fango e paglia. Le case in pietra erano più resistenti e robuste rispetto alle case in legno, e molte di esse erano interrate in modo che il terreno fungesse da isolante naturale. Queste abitazioni avevano soffitti di paglia e muri in pietra o fango e, a volte, presentavano delle piccole fortificazioni attorno ai villaggi.

Abitazioni nelle civiltà mediterranee durante l'età del ferro

Abitazioni nella Grecia e Roma pre-romana

Abitazioni greche pre-classiche (civiltà micenea e post-micenea): In Grecia, durante l’età del ferro, le case micenee (1600 – 1200 a.C.) continuarono a influenzare le abitazioni, ma col passare dei secoli le strutture si fecero più semplici.  All’interno, le case erano suddivise in stanze per la vita familiare, ma la differenza rispetto al periodo miceneo era che le abitazioni erano molto più spoglie e prive di decorazioni lussuose.

Case delle città greche (dal VII secolo a.C. in poi): Con la nascita delle poleis (città-stato) greche, le abitazioni divennero più strutturate.
Le case greche (VII – V secolo a.C.) erano a pianta quadrata o rettangolare, spesso costruite con mattoni di fango o pietra e dotate di un tetto a due falde. Le case greche più ricche possedevano anche cortili interni, e a volte una zona esterna per il giardino o per l’orticultura. Le case a peristilio, tipiche delle città greche classiche, avevano un cortile centrale circondato da una galleria porticata, ma questi modelli non erano ancora diffusi in pieno durante l’età del ferro.

Abitazioni nell’area fenicia e cartaginese

Case fenicie e cartaginesi: Nelle città fenicie, come Tiro e Sidone, e successivamente a Cartagine, le abitazioni erano costruite con mattoni di argilla o pietra. Le case di elite avevano spazi residenziali ampi e cortili interni, mentre le case più povere erano di dimensioni più contenute e con una struttura a un piano. Le case a pianta rettangolare erano comuni, ma alcune residenze erano a pianta circolare, in particolare nelle zone rurali.

Abitazioni nell'Asia durante l'età del ferro

Abitazioni in India e Persia

Case nell’India dell’età del ferro: In India, le abitazioni erano generalmente costruite in legno, argilla e bambù. Le case rettangolari o circolari avevano un tetto a paglia o canne, e le pareti erano costruite con fango. Le case venivano spesso suddivise in stanze per varie funzioni, con un’area centrale per la cucina e il riposo.

Abitazioni in Persia: Nella Persia dell’età del ferro, le abitazioni erano caratterizzate da un uso maggiore della pietra per la costruzione di muri più solidi, con tetti piani e patii centrali. Le case più lussuose avevano cortili con giardini, creando una sorta di oasi di tranquillità all’interno delle città in crescita.

Le abitazioni Egizie

Le abitazioni egizie variavano considerevolmente a seconda della classe sociale, delle risorse economiche e della località, ma riflettevano sempre una grande attenzione per le condizioni climatiche e l’uso dei materiali locali. La costruzione di case e palazzi egizi era influenzata dalla necessità di resistere al caldo del deserto e di ottimizzare la ventilazione, mentre le abitazioni nobili erano caratterizzate da più spazio, decorazioni e strutture più complesse. Anche se l’architettura egizia è più nota per le sue piramidi e templi, le abitazioni quotidiane offrono un affascinante spunto sulla vita quotidiana nell’antico Egitto.

La società egizia, che si sviluppò lungo le rive del Nilo per oltre tre millenni, aveva un’architettura e un’urbanistica molto particolare, che rispecchiavano le condizioni climatiche, sociali ed economiche del paese. Le abitazioni egizie variavano notevolmente a seconda delle classi sociali, della località e del periodo storico, ma possiamo descrivere alcune caratteristiche comuni che caratterizzavano le case e le costruzioni residenziali.

Contesto sociale e architettonico della civiltà egizia

La società egizia era divisa in classi sociali ben definite, con il faraone al vertice e una vasta schiera di lavoratori, artigiani, funzionari e contadini. L’architettura egizia è ben nota per la grandiosità dei suoi templi, tombe e piramidi, ma anche le abitazioni quotidiane hanno caratteristiche peculiari.

Abitazioni delle classi alte (nobili e funzionari)

Le case dei nobili e dei funzionari egizi, soprattutto nelle città come Tebei o Menfi, erano relativamente più complesse e ornate rispetto a quelle delle classi inferiori. Le case dei ricchi potevano essere più grandi e strutturate in modo più elaborato.

Materiali da costruzione: Le abitazioni nobili erano realizzate principalmente con mattoni di fango (il materiale più comune in Egitto), ma talvolta veniva usato anche il legno e la pietra. Le pareti erano generalmente costruite con mattoni di fango compresso o mattoni di paglia legati insieme con un impasto di fango o argilla. In alcuni casi, la pietra veniva utilizzata per le strutture più importanti, come i palazzi.

Struttura della casa: Le case nobili egizie erano costruite attorno a un cortile centrale. La casa aveva spesso una pianta rettangolare e presentava più stanze separate, ognuna destinata a un diverso scopo (stanza da letto, salotto, magazzino). Le case nobili erano disposte su più piani, con piani superiori che ospitavano le stanze private, mentre il piano terra veniva utilizzato per i magazzini e gli ambienti di servizio.

Arredamento: Gli interni delle case nobili erano decorati con affreschi, sculture e mobili in legno e metallo. Si usavano lettini, tavoli, sedie, e banchi di lavoro per gli artigiani o i funzionari. Le finestre erano solitamente piccole, con tende di stoffa per proteggere dall’eccessiva luce solare, e per migliorare la ventilazione, venivano dotate di persiane in legno.

Tetti e terrazze: I tetti erano piatti, e spesso venivano utilizzati come spazi di svago, dove le persone si ritiravano alla sera per godersi la fresca brezza del deserto. Le terrazze erano decorate con piante ornamentali e servivano anche per funzioni sociali o cerimoniali.

 Abitazioni delle classi medie (artigiani, commercianti)

Le case delle classi medie (artigiani, mercanti e soldati) erano generalmente di dimensioni più modeste, ma comunque ben strutturate rispetto alle abitazioni della classe inferiore. Queste case erano costruite in modo simile a quelle nobili, ma su scala ridotta.

Materiali da costruzione: Come le case delle classi alte, anche queste abitazioni erano costruite con mattoni di fango o argilla. Tuttavia, la qualità dei materiali era inferiore e le case potevano essere più piccole, con meno stanze e decorazioni.

Struttura: Le case medie avevano una struttura rettangolare con un cortile centrale. Gli spazi erano distribuiti tra stanze per dormire, cucinare e mangiare. Le case avevano spesso solo un piano, ma talvolta anche un piccolo piano superiore o terrazza, soprattutto nelle città più grandi.

Arredamento: Mobili semplici come sedie in legno, tavoli e lettini erano comuni, ma senza la raffinatezza delle case nobili. Le finestre erano piccole, ma meglio progettate per mantenere freschi gli ambienti. Le case degli artigiani potevano avere anche piccole botteghe per la lavorazione e vendita dei loro prodotti.

Abitazioni delle classi basse (contadini, operai)

Le case dei contadini e degli operai erano molto più semplici e meno spaziose, adattate alla vita quotidiana e alle dure condizioni di lavoro. Queste abitazioni erano comuni nelle campagne e nelle città di piccole dimensioni.

Materiali da costruzione: Le case della classe bassa erano costruite con mattoni di fango, canne e paglia. In alcune zone rurali, specialmente lungo il Nilo, le case palafitte (costruite sopra il livello del suolo) erano abbastanza comuni, realizzate con canne e legno.
Struttura: Le abitazioni dei contadini e degli operai erano piccole, con stanze uniche che fungevano sia da camera da letto che da cucina. La casa era costituita da un unico ambiente, con una parete divisoria per separare gli spazi (come la zona di riposo da quella di lavoro). Le case più semplici potevano essere anche completamente prive di finestre, con piccole aperture per la ventilazione.
Arredamento: Le abitazioni contadine erano essenziali e gli arredi molto semplici. I letti erano fatti di canne intrecciate o legno, mentre per i bambini venivano usate culle di legno o di paglia. Gli utensili da cucina erano spartani, e si usavano tavole di legno o pietra per cucinare e mangiare.

Caratteristiche comuni delle abitazioni egizie

Tetti piatti: La maggior parte delle abitazioni egizie, indipendentemente dalla classe sociale, aveva tetti piatti. Questi tetti servivano non solo come protezione dalle intemperie, ma anche come spazi dove le persone potevano ritirarsi alla fine della giornata per godersi la brezza fresca del deserto.

Materiali naturali: In un ambiente come l’Egitto, dove le risorse erano limitate, le abitazioni venivano costruite con materiali facilmente reperibili, come fango, argilla, paglia, canne e, per le classi più alte, anche pietra e legno.

Ventilazione e illuminazione: Le finestre erano piccole per proteggere gli interni dal calore, ma le case egizie erano progettate per permettere un’efficace ventilazione. Le aperture delle finestre erano spesso dotate di persiane in legno per filtrare la luce e mantenere freschi gli ambienti.

Abitazioni in città e villaggi

Le città egizie come Tebe, Menfi, Abydos e El-Lahun presentavano un’architettura urbana unica, con strade strette e case disposte in isolati. Le case erano costruite a ridosso le une delle altre, spesso senza cortili visibili, e i magazzini e le botteghe occupavano lo stesso spazio delle abitazioni.

Nei villaggi più piccoli, le case erano generalmente sparse, con case di contadini e artigiani che vivevano attorno a un piccolo centro comune con templi e edifici pubblici.

Le abitazioni delle civiltà antiche sudamericane

Le abitazioni delle civiltà antiche sudamericane erano straordinariamente adattate ai diversi ambienti naturali, dalle montagne delle Ande alle giungle dell'Amazzonia, e riflettevano una profonda comprensione delle risorse locali e delle necessità sociali.

Le abitazioni delle civiltà andine (Inca, Nazca, Moche, Tiwanaku)

Le civiltà che si svilupparono nella regione delle Ande (come gli Inca, Nazca, Moche e Tiwanaku) avevano stili di costruzione distinti che si adattavano alle difficili condizioni geografiche, come le alte montagne e le zone desertiche.

Gli Inca (1400 – 1533 d.C.)

Abitazioni rurali e urbane: Gli Inca costruivano abitazioni che si differenziavano tra zone urbane e rurali. Le case di campagna erano generalmente costruite con mattoni di fango o pietra (spesso grezza), ricoperte da tetti di paglia o canne. Queste case erano di forma rettangolare e avevano pochi interni, con una sola stanza centrale. Erano progettate per resistere ai terremoti, grazie all’uso di muri inclinati.

Abitazioni urbane: Nelle città più grandi come Cuzco, le abitazioni erano spesso costruite con pietra ben lavorata, posata senza l’uso di malta (una tecnica chiamata muratura a secco), che conferiva stabilità e resistenza ai temibili terremoti. Queste abitazioni erano più spaziose e complesse, a volte dotate di più stanze. La pietra veniva combinata con altri materiali, come il legno e il fango, e i tetti erano costruiti con materiali più leggeri come paglia, canne e fibra vegetale. Le case dei nobili o dei sacerdoti potevano essere più decorate, con sculture e affreschi.

Territorio Inca: Le case erano disposte in modo ordinato, con un ampio cortile centrale e una struttura che rifletteva l’organizzazione sociale. Inca aveva anche magazzini e templi costruiti con pietre molto più grandi rispetto alle case ordinarie.

I Nazca (100 a.C. – 800 d.C.)

Abitazioni delle zone desertiche: I Nazca, che abitavano la regione costiera del Perù, costruivano le loro abitazioni usando materiali come fango e canne. Le case avevano una pianta circolare o rettangolare, con tetti di canne e pareti di fango. A causa del clima arido e caldo, le case avevano spesso ventilazioni naturali e pavimenti di terra battuta.
Case nelle terre alte: Nelle zone più alte, le abitazioni erano fatte di pietra e fango, costruite su piattaforme rialzate per evitare l’umidità. Le case più grandi e monumentali servivano a scopi cerimoniali e sociali.

I Moche (100 – 700 d.C.)

Strutture complesse: I Moche costruivano abitazioni relativamente semplici, ma in alcuni casi, come nelle loro grandi piramidi e templi, erano presenti enormi strutture che testimoniano la loro abilità nell’architettura. Le case erano tipicamente costruite con mattoni di fango e canne, ma i templi e i palazzi avevano strutture in pietra. L’architettura Moche era funzionale e rifletteva un’attenzione alle condizioni climatiche della costa peruviana.

Tiwanaku (300 a.C. – 1000 d.C.)

Abitazioni sulle altitudini: Tiwanaku, situata nelle regioni andine del Bolivia vicino al Lago Titicaca, aveva abitazioni costruite principalmente in pietra. Le case erano caratterizzate da muri spessi e tetti di canne, ma le strutture più significative erano templi e palazzi in pietra. Le case Tiwanaku erano disposte in modo da sfruttare la protezione naturale delle montagne e delle acque circostanti.

Le abitazioni delle civiltà mesoamericane

 I Maya (2000 a.C. – 1500 d.C.)

Abitazioni rurali e urbane: I Maya costruivano abitazioni principalmente con legno, paglia e fango. Le case maya erano generalmente rettangolari o circolari, con tetti a falda ricoperti di foglie di palma o paglia. Le case nelle città erano più solide e spesso realizzate in pietra. Le piramidi maya e i templi erano costruiti in pietra ben scolpita e servivano da centri religiosi e politici.

Case nelle città: Nelle città maya come Tikal, le case dei nobili erano più complesse, con stanze separate e tetti a volta. Gli spazi comuni erano spesso aperti e privi di pareti, mentre i templi e i palazzi presentavano una struttura più monumentale.

 Gli Aztechi (1300 – 1521 d.C.)

Abitazioni nelle città: Gli Aztechi costruivano case chiamate calpulli per le famiglie e le comunità. Queste abitazioni erano di mattoni di fango e canne, con tetti di paglia e pareti di fango. La struttura era semplice, ma ben progettata per mantenere freschi gli spazi durante l’estate calda. Le case degli aristocratici e dei sacerdoti erano invece realizzate in pietra o mattoni e talvolta presentavano decorazioni murali. Le piramidi azteche e i templi erano spesso costruiti in pietra.

 Le abitazioni delle civiltà amazzoniche e delle Ande inferiori

Al di fuori delle Ande e delle civiltà mesoamericane, ci sono anche le abitazioni delle popolazioni amazzoniche e delle popolazioni costiere.

Le abitazioni indigene amazzoniche

Case circolari e ovali: Le tribù dell’Amazzonia costruivano case chiamate malocas, che erano grandi strutture circolari o ovoidali, costruite con legno e foglie di palma. Queste case erano spazi condivisi, dove vivevano molte famiglie. Il tetto a forma di cono proteggeva dalle piogge tropicali. Le malocas erano costruite sopra terreni rialzati per evitare l’umidità e i parassiti.

Le abitazioni delle popolazioni costiere (gli Aymara e gli Uru)

Abitazioni galleggianti e palafitte: In alcune zone del Lago Titicaca, popolazioni come gli Uru costruivano le loro case su isole galleggianti fatte di canne. Le case erano costruite con strutture leggere in bambù o legno, e i tetti erano ricoperti di paglia. Le palafitte erano utilizzate anche in altre aree del Sud America, dove le popolazioni vivevano in ambienti acquatici, come le aree circostanti il fiume Amazzoni.

 

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