Un antenato della pizza in una natura morta scoperta a Pompei


▶️ Siamo nell’atrio di una casa dell’Insula 10 della Regio IX in corso di scavo, a cui è annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 ed il 1891.
▶️ L’ambiente è stato da poco liberato dal materiale di scavi ottocenteschi, rivelando un dipinto murale in notevoli condizioni di conservazione: su un vassoio d’argento è raffigurata una focaccia piatta che funge da supporto per frutti vari, che finiva per essere mangiata dopo le altre pietanze — condita con spezie. O meglio, con una specie di pesto, il moretum latino, indicato da puntini color giallastro e ocra.

▶️ Sul medesimo vassoio altra frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli. L’iconografia risponde a quella degli xenia, i doni per gli ospiti tipici della tradizione greca.

 

▶️ Nonostante la somiglianza con una pizza, l’affresco appena scovato si differenzia notevolmente dalla pizza che conosciamo oggi, in quanto mancano due ingredienti cruciali: pomodori e mozzarella.
▶️ I pomodori non arrivarono in Europa dalle Americhe fino al XVI secolo e, sebbene la prima menzione della mozzarella compaia in un libro di cucina italiano già nel 1570, gli italiani non iniziarono ad utilizzare gli ingredienti per fare quella che oggi viene chiamata pizza fino al XVIII secolo.

▶️ La parte inesplorata di Pompei è di circa 22 ettari di isolati e case ancora sepolti sotto lapilli e cenere, quasi un terzo dell’abitato antico.
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